giovedì 18 settembre 2014

Campfire chats - Sara Casti


Oggi ho il piacere di presentarvi una nuova proposta del mio blog, le "Campfire Chats", ovvero le "Chiacchiere intorno al fuoco". Ho invitato quattro amiche, italiane e straniere, a rispondere a un'intervista per parlare di noi, di Rievocatrici: dei loro percorsi, del loro ruolo nel mondo della rievocazione, dei loro desideri e progetti per il futuro. Spesso chi  non ci conosce non sa che dietro alla donna che lava i piatti in accampamento ci sono tanti interessi, abilità, conoscenza e passione. Per sapere qualcosa in più sul nostro mondo, vi invitiamo dunque a sedervi accanto al fuoco con noi e ad ascoltare le nostre chiacchiere. 

Today I am proud to present you a new feature of my blog, the "Campfire Chats". I asked four friends of mine, both italian and foreign, to answer a few questions about us, Ladies in re-enactment: about their story, their role in re-enatcment, their desires and plans for the future. Often people who is not familiar with us don't know that behind a woman who washes dishes in a warcamp there are many interests, abilities, knowledge and passion. if you want to know something more about us, please seat by the campfire with us and listen to our chats.


La prima ospite è Sara Casti, rievocatrice che conosco da poco più di un anno ma che seguo da tempo grazie al suo blog Un the con le Parche, che è stato sempre un importante riferimento e una  fonte di ispirazione quando ho deciso di creare il mio blog. 

My first guest is Sara Casti: I met her one year ago, but I've been following her for a long time through her blog Un the con le Parche, which has always been an important benchmark and source of inspiration for me when I decided to start my own blog. [English follows]


1. Di che periodo/i ti occupi e di che gruppo/i fai parte?
Mi occupo di due periodi in realtà. Quello principale che mi occupa più tempo è quello medievale insieme al gruppo “Mansio Templi Parmensis” che ricostruisce la storia templare dal 1250 al 1307 con attenzione alla Terrasanta. Il secondo gruppo riguarda il periodo romano con un gruppo di didattica per bambini sulla storia romana del I secolo d.C. e si chiama “Vicus Italicus”.

2.  Da quanto tempo fai rievocazione storica e come è nata questa passione?
Faccio rievocazione oramai da 12 anni. La passione è nata in modo strano perché in quel tempo frequentavo un’associazione di giochi di ruolo della mia città insieme ad amici, moroso e fratello, quando quest’ultimo è uscito con la frase “Ho visto che c’è un gruppo di Parma che fa rievocazione storica sui templari che ne dici se li conosciamo?”. Non ero convinta, ma essendo sempre stata appassionata di storia e divertendomi nell’interpretare un ruolo, per quanto non conoscessi la rievocazione mi sembrava una buona occasione per imparare qualcosa di nuovo. Non ero convinta, per niente, della scelta dei templari troppo martellata da esoterismo o fanta alieni, ma quando ho conosciuto il gruppo fu la componente umana a coinvolgermi: propositiva e divertente, accogliente e desiderosa di fare cultura. Mi “fregò” quello perché da quel giorno non mi sono mai mossa da quel gruppo.

3.  Di che attività di occupi principalmente in rievocazione e quali sono i tuoi maggiori interessi?
Nel gruppo medievale mi occupo di tante cose: dalla gestione del gruppo insieme agli altri veterani alla didattica generale riguardante la storia del XIII secolo legata ai templari. Le due cose non possono essere scisse perché studiare e cercare di comprendere la vita duecentesca mi ha obbligato nel tempo a capire chi nel mio gruppo fosse più propenso ad affrontare i vari singoli argomenti in base alle capacità, interessi e tempo da dedicare. Gestire un gruppo, sia nella logistica che nella crescita dei vari soci come rievocatori, è parte integrante a mio parere di un rievocatore esperto per poter far crescere questo fenomeno sempre meglio in Italia.
Nel tempo poi, riuscendo ad affidare i vari compiti alle persone più portate all’interno del mio gruppo, ho potuto dedicarmi alla mia prima vera passione che è la scherma medievale. Lo studio e soprattutto la pratica di questa disciplina sportiva unita allo studio delle fonti è stato uno dei momenti più importanti della mia vita perché mi ha fatto scoprire i miei limiti e come sia possibile superarli con la forza di volontà e la voglia di sperimentare.
Purtroppo lo studio filologico dell’attività militare impone dei limiti a una donna, soprattutto se si vuole essere sempre essere precisi (che però non vuol dire dogmatici e statici) e ho dovuto “riciclarmi” cercando qualcosa da fare. Ecco dove è nata la mia curiosità per la tessitura, il ricamo e la costruzione degli abiti. In questo campo sono ancora una novellina, dove la teoria supera la pratica, ma mi sto applicando in modo che mai avrei potuto pensare.
Nel gruppo romano invece mi occupo di laboratori riguardanti la schiavitù romana, visto che il mio personaggio è quello di una schiava di un senatore romano. Affrontare questo argomento non è facile soprattutto quando devi proporlo a dei bambini in età di scuola elementare, ma devo ammettere che ho imparato a giocare con loro ed è nato un progetto molto curioso e divertente.
Ovviamente anche nel gruppo romano mi scappa di parlare di tessitura e di quello che ci gira attorno.

4. Che ne pensi della situazione della rievocazione nel tuo Paese?
Ammetto che momentaneamente sono un po’ delusa e demoralizzata.
La motivazione di questo mio stato d’animo è il vedere che il fenomeno rievocativo in Italia sta crescendo molto bene con gruppi che non possono più considerarsi i parenti poveri dei rievocatori esteri; ci sono molte collaborazioni fra italiani ed europei e questo ha alzato molto la voglia di ricostruire la Storia nel suo complesso in modo sempre più fedele. Però dall’altra parte le istituzioni non sembrano supportare sempre questa crescita confondendo i rievocatori seri con altre figure che poco hanno a che fare con i vari periodi storici ricostruiti. Fare fatica a farsi capire da un politico nello spiegare che noi facciamo Cultura e Didattica è uno dei punti dolenti che non vedo si potrà risolvere a breve tempo purtroppo.
Noto sempre più spesso che quando i gruppi di rievocazione seri si uniscono e si imbarcano nella difficile scelta di organizzare eventi, questi stessi hanno un valore di divulgazione e spettacolo che nessun evento fanta storico potrà mai pensare di raggiungere anche se con presenze molto alte di pubblico.
Come in tante cose in Italia il merito non viene supportato…

5. Pensi che le rievocatrici abbiano un ruolo significativo in questo ambiente?
In questi miei 12 anni ho visto crescere il ruolo delle revocatrici in modo esponenziale, dimostrando che non sono più le donne compagne di uomini desiderosi di fare i soldatini, ma vere ricostruttrici e rievocatrici.
Aumentando la vita civile nei vari gruppi le donne non sono più le serve di campo, ma ricoprono tutta una serie di ruoli importantissimi per rendere veritiero quello che si mostra della Storia.
Quindi non solo ritengo che le donne nella rievocazione siano significative, ma molto spesso sono risolutive per dare una svolta evolutiva a tutto il fenomeno rievocativo introducendo sempre di più spunti di sperimentazione, ricostruzione e confronto.


6. Quali sono i tuoi progetti futuri?
Devo essere sincera che non ho pensato ai progetti futuri. Tutto nella mia esperienza rievocativa è nato da una serie di piccoli passi, tante letture e incontri casuali. Forse il mio vero progetto futuro è di rendere al meglio in tutte le cose che sto facendo ora: capire meglio la mentalità di una donna o un uomo duecentesco; far capire al meglio le difficoltà di una schiava nell’antica Roma.
Ho fatto “museum theatre”; sto facendo laboratori di storia per bambini; ho sempre fatto didattica nelle scuole; sto andando verso la ricostruzione artigianale delle cose che mi interessano; sto sperimentando su più fronti. Il tutto finisce nel mio blog come se fosse un unico flusso…forse è proprio questo il mio progetto futuro: essere una revocatrice completa, curiosa, mai stanca e con la voglia di imparare e di confrontarmi con gli altri.

Non perdetevi la prossima intervista con Mervi Pasanen, dalla Finlandia!

***

1. Which period(s) do you work on and what group(s) do you belong to? 
I actually work on 2 periods. The period I spend more time on is the medieval one together with the group “Mansio Templi Parmensis” which reconstructs the Templar history from 1250 to 1307, with a main focus on Palestine. The second group, called “Vicus Italicus”, works on the roman period: we mainly do educational activities for children about roman history of the 1st century A.D.

2. How long have you been re-enacting and how did this passion started?
I’ve been re-enacting for 12 years now. This passion started in a curious way, since I used to hang out with a role-playing group in my city together with my friends, my boyfriend and my brother. It was my brother to say: “I saw a group from Parma does historical re-enactment about the Templars, how about meeting them?”. I wasn’t completely sure about it, but I’ve always been a history enthusiast and I’ve always enjoyed to interpret a role and it seemed to me a good occasion to learn something new, even if I didn’t know much about it. I wasn’t sure at all of the choice of portraying the Templars, because they are too involved with esoterism or aliens, but when I met the group I was captivated by their friendly environment: exciting and funny, welcoming and willing to promote culture. This is what catch me, because from that day I’ve never left the group.

3. What kind of activity do you attend most in re-enactment and what are your major interests?
In the medieval group I attend many activities: from the management of the group, together with the other veterans, to the educational activities regarding Templar history of the 13th century. These two activities go toghether since I had to find out who in my group was most interested in learning more about certain specific topics according to their abilities, interests and time to dedicate to it in order to understand better 13th century life. I believe managing a group, both in logistics and in the development of each member of the group as a re-enactor, is a fundamental challenge for an experienced re-enactor, also because it leads to a positive growth of this kind of activity in Italy.  Through the years I managed to divide tasks amongst the most involved people and I could focus on my true passion, which is medieval fencing. Studying and practicing this sport, together with the study of the sources, has been one of the most important moments of my life, because I found out what my limits are and how it’s possible to do beyond them with willpower and will to experiment. Unfortunately philological study of military activities gives women some restrictions, if the reconstruction has to be exact, and I had to “recycle” myself finding something to do. That’s where my curiosity for weaving, embroidery and tailoring came from: in this field I’m still a beginner, and theory overtakes practice, but I put a lot of effort into it in a way I would have never thought.
In the roman group I organize workshops about roman slavery instead: my character is a roman senator’s slave. It’s not easy to face this topic when you have to work with young children, but I have to admit I learnt how to play with them and it has become a curious and funny project. Of course also in the roman group it happens to me to talk about textiles too!

4.  What do you think about the re-enacting situation in your country?
I admit I am quite disappointed and demoralized about it right now. Re-enactment in Italy is growing in a very good way and many groups don’t have to consider themselves as “poorer” than foreign groups, there are many co-operations with Italian and European groups and this helped a lot to improve the quality of the historical reconstructions and the will to do it better. On the other hand, institutions don’t seem to support this growth confusing rigorous re-enactors with other kind of figures who don’t have anything to share with any period reconstruction. It’s difficult to explain a politician that we promote culture and educational activities and I believe this problem will not be solved anytime soon. I often see good re-enactment groups work together and challenge themselves to organize events that have a spectacular and educational value that no pseudo-historical event could ever reach, even if it’s popular and very crowded. As usual, credit is not evaluated, in Italy…

5. Do you think female re-enactors have a significant role?
 In this 12 years, I’ve seen the female re-enactors role growing always more, demonstrating that these women are not only partners of wanna-be-knights men, but true re-enactors. Since civil life had an important development, women are not only servants in the camps, but play important roles to portray historical reality in a more truthful way.

6. What are your plans for the future?
Honestly I didn’t think about plans for the future. Everything in my re-enacting experience happened thanks to little steps, many readings and casual meetings. Maybe my true plan for the future is to give my best in everything I’m doing now, to understand better the attitude of a 13th century man or woman, to explain the difficulties of a slave in ancient Rome. I’ve done “museum theatre”; I’m making historical workshops for children, I’ve always made educational activities in schools; I’m going towards handmade reconstruction of the things I’m more interested in; I’m experimenting on many sides. Everything ends in my blog like it’s a single stream… maybe this is my plan: to be a complete re-enactor, curious, never bored and always willing to learn and confront myself with others.

Don't miss next interview with Mervi Pasanen, from Finland!

giovedì 11 settembre 2014

La Casula della Torre di San Giovanni a Lanciano / The Casula of the Tower of San Giovanni, Lanciano

**English follows**
Quest'anno la destinazione delle mie vacanze è stata la città di Lanciano, in Abruzzo: situata tra il mare e le montagne, custodisce una storia plurimillenaria che è possibile scoprire camminando per le strette vie del centro e visitando le numerose e antiche chiese o i musei. Recentemente, ai tesori della città si è aggiunto anche un prezioso e raro reperto tessile, un paramento sacro probabilmente realizzato nel XIV secolo.

Il luogo e le modalità del ritrovamento

Era il 2012 quando l'associazione culturale Amici di Lancianovecchia decise di avviare una raccolta fondi per poter restaurare la Torre di San Giovanni: era il campanile della Chiesa di S. Giovanni Battista, edificata nel 610 d.C., che andò distrutta nel 1943 durante un bombardamento alleato e fu definitivamente smantellata nel 1949. Nell'aprile 2013 erano emersi dai lavori di restauro del secondo piano alcune ceramiche databili tra la fine del XIII e la prima metà del XIV secolo, conservate ora presso il deposito del Polo Museale Santo Spirito, ma la vera sorpresa è stato il rinvenimento di un antico manufatto tessile nel gennaio del 2014. Il reperto è stato infatti rinvenuto murato all'interno di una delle cavità murarie del piano terreno della torre: l'ipotesi principale è che sia stato maldestramente utilizzato per impedire l'accesso dei piccioni all'interno della struttura, ma vedendo di persona il luogo in cui è stato trovato ci è venuta in mente anche la possibilità che sia stato nascosto volontariamente, magari proprio durante la guerra, per evitare che venisse distrutto dai bombardamenti o trafugato. Gli esperti del resto affermano che non deve essere stato murato all'interno della torre troppo tempo fa: nonostante l'umidità e l'azione distruttiva di insetti e altri animali, il reperto si trova in condizioni straordinarie.

La casula
Dopo le prime analisi, è stato possibile riconoscere che il prezioso reperto è una casula, ovvero un paramento liturgico, datato per il momento intorno alla metà del XIV secolo. Non si sa quale possa essere la provenienza dell'indumento, ma non è da escludere la possibilità che sia appartenuto alla chiesa di San Giovanni Battista o alla vicina chiesa di Sant'Ambrogio, parrocchia alla quale dal 1827 era stata aggregata quella di San Giovanni.
Le misure del paramento sono 163 cm di altezza per 90 di larghezza. La parte ritratta nelle foto (scattate da Simone Cortese e visibili qui Prezioso ritrovamento nella Torre di S.Giovanni sul sito di Lanciano News) è quella posteriore: era naturale che fosse il lato più decorato, dal momento che il celebrante officiava il rito di spalle ed era dunque l'unica parte della veste visibile ai fedeli. La parte anteriore della casula è anch'essa conservata e presenta un'apertura verticale al centro.

Qualche dettaglio in più sulla casula
NOTA: ho avuto la splendida opportunità di vedere personalmente il reperto e ho potuto dunque osservare da vicino i dettagli. Vi prego di considerare gli appunti che seguiranno non come il parere di un esperto ma come le osservazioni di una appassionata. Spero che saranno molti gli studiosi e gli esperti che daranno su questo reperto un parere, certo più attendibile del mio.

- I tessuti
Il tessuto con cui è realizzata la casula è stato definito come un “tessuto operato” o come “lampasso broccato” di seta azzurra-blu con fili dorati (di cui in alcuni punti è ancora possibile vedere la sottile lamina che ricopre il filo). Tra gli animali rappresentati, è possibile riconoscere dei cani e forse dei cervi, circondati da motivi vegetali. Nelle fasce orizzontali, inserite nel tessuto, è possibile vedere la forma di un uccello (secondo alcuni studiosi, una fenice) intervallato a una sorta di monogramma inserito in un cerchio, di cui alcuni studiosi mettono in evidenza il carattere arabeggiante. Il paramento non è costituito da un unico pezzo di tessuto: sono infatti ben visibili una toppa inserita sul lato sinistro della casula e si può notare la discontinuità delle bande orizzontali tra il lato destro e quello sinistro, così come sulla parte inferiore lato destro. Si ipotizza che il broccato possa essere di produzione lucchese o spagnola, ma la sua presenza a Lanciano non sarebbe eccezionale, dal momento che la città era un importante polo commerciale nel XIV secolo.
La fodera, che oggi è di un colore beige-giallastro, potrebbe essere di lino o misto lino. La banda a forma di croce su cui sono realizzati i ricami, cucita sul broccato, sembra essere di un materiale simile a quello della fodera. A questa banda sono applicati gli inserti di velluto, prevalentemente rossi ma anche gialli e neri: l'intensità di questi colori è davvero sorprendente.

- I ricami
Il ricamo è prevalentemente costituito da 12 grandi medaglioni raffiguranti Santi o forse gli Apostoli intervallati da medaglioni di dimensioni più ridotte in cui è inscritta una lettera (in alcuni casi ben leggibile come una “S”): il ricamo è eseguito con fili di seta e fili metallici. Ho cercato di riconoscere i punti utilizzati nel ricamo: credo di poter ipotizzare che il viso e i capelli dei santi siano realizzati in opus anglicanum (split stitch/ punto erba diviso) con fili sottili di color rosa pallido, giallo o avorio, mentre i contorni dei volti e i dettagli del viso sono di filo nero. Le vesti invece, dove sono conservate, sembrano essere realizzate con lo stesso punto utilizzato per il ricamo di Bayeux (Bayeux stitch / couching work), con i fili disposti verticalmente, di uno spessore maggiore rispetto a quello utilizzato per i volti. Lo stesso punto è usato anche per riempire i medaglioni più piccoli e doveva essere presente anche lungo i lati della banda centrale, ma i fili, di un giallo brillante, sono conservati solo in pochi punti. Un filo argentato abbastanza spesso è invece utilizzato per delineare la cornice, mentre è più sottile il filo utilizzato per riempire lo sfondo, applicato verticalmente, in alcuni casi a rappresentare quasi delle piccole onde. Sono di filo metallico anche le lettere ricamate sul velluto: non sono ancora state decifrate le parole che compongono. Sono dunque numerosi e ancora molto brillanti i colori dei fili di seta utilizzati per il ricamo: giallo intenso, rosa, avorio, nero, giallo-arancio, verde chiaro, rosa-violetto. Non si sa quale sia l'origine di questo ricamo, ma si sospetta non sia opera di manifatture locali e c'è chi ipotizza che sia stato recuperato da un altro indumento e riutilizzato.

Il futuro della casula e della Torre di San Giovanni
Attualmente la casula è conservata nel deposito del Museo Diocesano di Lanciano, in attesa di essere studiata da esperti ed eventualmente restaurata: futuri approfondimenti permetteranno forse di individuare con certezza la provenienza del tessuto e del ricamo, sarebbe anche molto interessante se venissero studiate le tinture utilizzate. La speranza degli operatori del Museo, dei membri dell'Associazione Amici di Lancianovecchia e dei cittadini è che il reperto possa comunque essere conservato in città. Per quanto riguarda invece la Torre di San Giovanni, inaugurata il 24 aprile 2014 (Lanciano News: La città che può cambiare: la Torre San Giovanni), gli Amici di Lancianovecchia auspicano che all'interno della Torre possano essere conservate almeno le ceramiche rinvenute durante i restauri e che questo monumento possa attirare l'attenzione di turisti e cittadini,valorizzato grazie anche a piccoli interventi che migliorino il suo inserimento nel contesto urbano. Chi volesse contribuire al restauro della Torre, realizzato interamente a carico dell'Associazione Amici di Lancianovecchia grazie a raccolte fondi e operazioni di autofinanziamento, può trovare qui (Amici di Lancianovecchia) gli estremi per inviare una donazione o può lasciare direttamente un'offerta visitando la Torre, dalla quale si ammira, tra l'altro, un magnifico panorama sulla città, sulle montagne e sulla costa.


Un ringraziamento speciale a Giorgia che ha fatto in modo che riuscissi a vedere il reperto. Spero che questo articolo possa interessare gli altri appassionati e possa contribuire a mantenere vivo l'interesse per questo eccezionale reperto!

Questi sono gli articoli disponibili in rete sul ritrovamento. 
***
This year I spent my holidays in Lanciano, in Abruzzo, a beautiful city rising between the sea and the mountains that keeps a very ancient story which can be discovered walking through the narrow streets and visiting its many museums and churches. Recently, a new treasure was added to the rich heritage of the city: a precious and rare textile find, a liturgical vestment probably made in the 14th century.

The finding
In year 2012 the cultural association “Amici di Lancianovecchia” (Friends of Lancianovecchia) decided to start a foundraising to restore the Tower of San Giovanni: it was the bell-tower of che church of Saint John the Baptist, built in 610 A.D. which was destroyed in 1943 during an American bombing in World War II and was definetly dismantled in 1949. In april 2013 a few ceramic pieces from the XIII-XIV century were found at the 2nd floor of the tower and are now kept in the deposit of the local museum (Polo Museale Santo Spirito), but the most surprising find was the ancient textile found in January 2014, which was walled in cavity in the ground floor of the tower. The main theory is that it was awkwardly used to keep the pidgeons out of the building, but when we saw the place ourselves we thought that maybe it was hidden on purpose, perhaps during the war, to keep it safe from bombings and thefts: the experts indeed say that it mustn't have been hidden there for a very long time. In spite of humidity and the deterioration due to insects and other animals, the vestment is in amazing conditions.

The casula
After the first investigations, it was possible to state that the precious textile is a casula, a liturgical vestment, attributed for now to the middle of the 14th century. The provenience of the vestment is not known yet, but it may have belonged to the church of Saint John the Baptist or to the nearby church of Saint Ambrogio, parish to which the church of S. John was joint in 1827. 

The vestment is 163cm long and 90 cm wide: the pictures (took by Simone Cortese Lanciano News: Prezioso ritrovamento nella Torre di San Giovanni, on the website of the newspaper “Lanciano News”) show the back part, which was naturally the most decorated since the priest used to celebrate the mass towards the altar and the believers could only see his back. The front piece is preserved as well and shows an opening in the middle.

A few more details about the casula
NOTE: I had the great opportunity to see the vestment myself and I could therefore give a close look to the details, but please consider the following notes not as an expert's opinion (since I am no expert) but only an entusiast's remarks. I hope scholars and experts will study this vestment in the future and give their more valuable opinions.

Foto della casula dal pannello illustrativo all'interno della
Torre. (foto di proprietà Amici di Lancianovecchia) /Photos
of the
casula from the panel inside the Tower (the photo belongs
to the association "Amici di Lancianovecchia")
- The fabrics
The fabric of the casula has been identified as a lampas of blue/light blue silk with golden threads (on a few points it's still possible to see the thin gold foil that covers the thread). Amongst the animals represented it's possible to recognize dogs and probably deers, surrounded by vegetal motifs. In the horizontal bands, woven in the lampas, it's possible to see a bird (a phoenix, according to some scholars) spaced out with an arab-looking monogram. The vestment is not cut into a single piece of fabric: a big patch is clearly visible on the left side of the casula and also the inconsistency of the horizontal bands between the left and right side and in the lower right side. The lampas may have been woven il Lucca or in Spain, but its presence in Lanciano would not be exceptional, since the city was an important commercial centre in the 14th century.
The lining, which today is yellow-ish, could be linen or mixed linen. The cross-shaped band on which the embroidery is realized, sewn on the lampas, seems in a similar material. A few velvet inserts are sewn on this band: most of them are red, but some are yellow and black as well, and the intensity of this colours is astonishing.

-The embroidery
The embroidery consists mostly in 12 big medallions representig saints or maybe Apostles, spaced out with smaller medallions including a letter (sometimes it's possible to read a “S”): both silk and metal threads are used. I tried to figure out the different embroidery stitches used. I think the faces and the hair of the saints are made in opus anglicanum (split stitch) with very thin pink, yellow or ivory threads, while the outline and the details of the faces are made with thin black thread. The dresses of the saints, where they are preserved, seem to have been made in couching work (Bayeux stitch) with thicker threads laying vertically. The same stitch is used to fill the small medallions too and must have been used along the sides of the central band, but the yellow threads are preserved only in a few spots. A thick silver thread marks the frame of the medallions, while a thinner one is used to fill it: it's couched vertically in a “wavy” manner. Also the letters embroidered on velvet are realized in metallic thread, but the words haven't been deciphered yet. The colours of the silk threads are therefore many and still very shiny: intense yellow, pink, ivory, yellow-orange, light green, pink-purple. The origin of this piece of embroidery is not known but probably it's not the work of local artisans: it may also have been recovered from a different garment ad re-used.

The future of the casula and of the Tower of San Giovanni

Right now the casula is preserved in the deposit of the Museo Diocesano of Lanciano, waiting to be studied by the experts and to be eventually restored: further studies may allow to identify the origin of the lampas and the embroidery, and it woul be very interesting to have detailed studies about the dyeings used too. Professionals of the Museum, members of the association “Amici di Lancianovecchia” and citizens all wish that the vestment will be kept and exhibited in town. Concerning the Tower of Sain Giovanni, opened to the public on the 24th of April 2014 (Lanciano News: La città che può cambiare: la Torre San Giovanni), the members of the association wish that inside the Tower will at least be exposed the ceramics founded during the restoration and that this monument could draw the attention of tourists and citizens, thanks also to small improvement of the nearby area.



The restoration of the Tower has been completely paid by the foundraising organized by the association “Amici di Lancianovecchia”: if you wish to contribute, you can find here (Amici di Lancianovecchia) the information to make a donation or you can leave a donation while visiting the Tower.


Special thanks to Giorgia who made possible for me to see the vestment. I hope this article will be interesting for other enthusiast and will help to draw the attention to this exceptional find. 

These are the articles about the vestment that can be found online (in Italian):