giovedì 30 ottobre 2014

Campfire chats - Maria Neijman


Torniamo fuori dall'Italia, lontano, a Nord, fino in Svezia... / We're leaving Italy again: far North, until we reach Sweden...



Ho scoperto chi è Maria nel 2013, quando mi sono imbattuta per la prima volta in questo video The Reenactors - A documentary about medieval re-enactors, che racconta come Maria e suo marito Thomas hanno organizzato nel 2011 la rievocazione della battaglia di Visby in occasione dell'anniversario dei 650 anni. Mentre nel video vedevo Maria tingere la stoffa di un vestito con la cocciniglia, nella cucina di casa sua, e cucire insieme a Thomas sul divano, ho iniziato a rendermi conto che alla fine, da qualche parte nel mondo, c'era qualcuno che viveva la rievocazione come anche io avrei voluto, ma che non osavo fare per paura di sentirmi dire che ero "esagerata". Quella settimana a Visby ha cambiato completamente il mio modo di vedere la rievocazione, dandomi la motivazione a impegnarmi al massimo per mantenere il più alta possibile la fedeltà ricostruttiva di quello che faccio, senza scorciatoie. Sarò sempre grata a Maria per l'ispirazione che mi ha dato e sono davvero felice che abbia partecipato anche lei alle Campfire Chats. 
Link al blog di Maria: In deme Jare Cristi.

I found out who Maria is in 2013, when I stumbled upon this video The Reenactors - A documentary about medieval re-enactors about Maria and her husband Thomas organizing in 2011 the re-enactment of the Battle of Wisby because of the 650th anniversary. While I was watching Maria dyeing some fabric with cochenille in her home-kitchen and sewing with Thomas on their sofa, I started to realize that actually there was someone, in the world, who was living re-enactment and living history just the way I wanted to do myself, but I didn't dare to because I was afraid to be told I was "going too far". That week in Visby changer everything I knew about re-enactment, giving me the motivation I needed to work hard to keep a high standard in reconstructions, without shortcuts. I will always be grateful to Maria for her inspiration and I'm really happy she took part to the Campfire Chats. [English Follows]
Maria's blog: 
In deme Jare Cristi




1. Di che periodo/i ti occupi e di che gruppo/i fai parte?
Il period di cui mi occupo è quello che va dal 1361 al 1415. Faccio parte dei seguenti gruppi: Albrechts Bössor 1364-1412 (artiglieri del re Albrecht di Meclenburgo), Fraternis Militia Carnis 1364-1412 (Fratellanza Militare di Carnis), Battle of Wisby 1361.
2. Da quanto tempo fai rievocazione storica e come è nata questa passione?
Ho iniziato nel 1994 all’interno della comunità svedese di LARPers (giocatori di ruolo dal vivo) e sono stata coinvolta nello SCA (Society for Creative Anacronism) nel 1997. Mi sono fermata nel 2001, poi ho ricominciato con la rievocazione storica nel 2007. Sono sempre stata molto interessata alla storia, ma devo ammettere che sono state le attività artigianali a coinvolgermi. Ho iniziato la mia educazione alle arti tessili nel 1994: ho studiato per 5 anni poter diventare insegnante e consulente tessile [in Svezia i consulenti tessili contribuiscono ad allestire mostre, organizzare laboratori e corsi e aiutano gli artigiani a scegliere cosa produrre nei loro negozi. In ognuna delle 60 contee esiste un consulente per le arti tessili e uno per lavorazione del legno e i metalli: il loro lavoro è assicurarsi che avvenga tramite dei corsi la diffusione delle arti tradizionali e l’introduzione di nuove.]
3. Di che attività di occupi principalmente in rievocazione e quali sono i tuoi maggiori interessi?
La realtà rievocativa di oggi è prevalentemente centrata sulle battaglie. In questi casi, rievoco la moglie di un cavaliere. In ogni caso, il mio maggiore interesse è l’artigianato: realizzare e imparare cose nuove e insegnare agli altri. Mi piacciono le battaglie ma mi sento sempre messa un po’ da parte perchè non combatto io stessa.
4. Che ne pensi della situazione della rievocazione nel tuo Paese?
In Svezia, la rievocazione è ancora una cosa nuova e sono stata fortunate a essere io a fissare un po’ l’agenda. Questo significa che cerco di far sentire importanti tutte le persone che partecipano a un evento: donne, uomini, combattenti, artigiani, bambini e così via. A dire il vero preferisco il termine “living history”- altrimenti è semplicemente un focus sul combattimento e le battaglie.
5. Pensi che le rievocatrici abbiano un ruolo significativo in questo ambiente?
Siamo di più che cuoche e sarte! Senza le donne, la storia sarebbe solo la metà di quello che è ora. Oggi, spesso offriamo un “servizio di base”: cuciniamo per i nostri uomini mentre loro combattono, realizziamo per loro i vestiti se non li sanno cucire da soli. Fortunatamente, l’artigianato tessile è un insegnamento obbligatorio in Svezia e i maschi lo studiano tanto quanto le femmine [a partire dall’età di 8 anni], così gli uomini non possono sostenere di non essere in grado di fare da soli i loro vestiti.
6. Quali sono i tuoi progetti futuri?
Insegnare alle persone che la storia non è solo guerra e morte. È piena di aspetti luminosi e felici, come la danza, le arti, il cibo, la religione (sono atea, ma sono comunque interessata a studiare come la religione ha permeato ogni aspetto della società), l’arte e persone con una loro storia personale. Vorrei organizzare più eventi come Battle of Visby 1361 e assicurarmi che le donne abbiano uno spazio tutto dedicato a loro. Sono una femminista, e credo che sia necessario che noi portiamo sotto i riflettori la storia delle donne, e che la mostriamo in una luce diversa. Non eravamo solo una istituzione di supporto agli uomini. Avevamo un nostro proprio valore, come ora. Al momento sto organizzando il mio viaggio per Azincourt 1415 per la prossima estate. Spero di vedervi là! 

Non è finita qui! Tra due settimane, non perdetevi l'ultima Campfire Chat con Anna Lindemark!


***
1. Which period(s) do you work on and what group(s) do you belong to?
My main focus is on the period 1361- 1415. I belong to the following groups: 
Albrechts Bössor 1364-1412 (Gunners of King Albrecht of Mecklenburg). 
Fraternis Militia Carnis  1364-1412 (Military Brotherhood of Carnis)
2. How long have you been re-enacting and how did this passion start? 
I started out within the Swedish LARPing community in 1994, and got involved in  the SCA in 1997. Took a break in 2001, and then began re-enacting in 2007. 
I’ve always been very interested in history, but I have to say it was the crafts that pulled me in. I began my first textile education 1994 and I have been studying textiles and craft leadership for 5 years. I’ve studied to become a crafts consultant.
3. What kind of activity do you attend most in re-enactment and what are your major interests? 
The reenactment scene today is mainly centered on battles. In those cases, I re-enact a knight’s wife. However, my major interest is actually crafts. To make things, to learn more, and to teach other people. I like battles but I always feel a bit “ left out” because I’m not fighting myself.
4. What do you think about the re-enacting situation in your country?
In Sweden, reenactment is still a new thing and I have been fortunate to be able to set the agenda a bit. That means I try to make all the people participating in an event important. Women, men, fighters, craftsmen, children and so on. I actually prefer the term “living history” - otherwise it’s just focus on the fighting bit.
5. Do you think female re-enactors have a significant role?
We are more than just cooks and seamstresses!! Without women history would be only half of what it is now. Today, we are often providing “ground service”; we cook for our men when they are fighting; we supply them with clothes if they can’t sew themselves. Fortunately, textile crafts is a mandatory school Subject in Sweden, and boys study it to the same extent as girls, so they really cannot claim that they’re unable to make their own clothes.
6. What are your plans for the future?

To teach people that history is more than just war and death. It is full of bright and happy things like dance, crafts, food, religion (I’m an atheist, but still interested in how religion has permeated all of society), art and people with a history of their own. 
I would like to arrange more events like Battle of Wisby 1361, and make sure that women are given an arena of their own. I’m a feminist, and I belive that we need to bring women’s history into the spotlight, and show it in a different light. We were not just a service institution to men. We had a value of our own, just as we do now. 
I’m currently making plans for my trip to Azincourt 1415, for the next summer. Hope to see you there!


News! This is not the end! Don't miss the last Campfire Chat with Anna Lindemark!

mercoledì 22 ottobre 2014

Una borsetta ricamata con il brick stitch / Brick stitch purse

La borsina finita: circa 9x11 cm più 3cm di nappine. /
The finished purse: 9x11 cm plus 3cm of tassels.
Si ritorna al brick stitch, ma stavolta si fa sul serio.
Il brick stitch è un ricamo tipicamente tedesco, arrivato anche in altre zone, quali ad esempio Belgio e Svizzera, ma forse anche in Spagna , utilizzato tra il XIV e il XV secolo per decorare borsine, reliquiari e anche manufatti più grandi, quali ad esempio drappi ricamati con scene religiose utilizzati in conventi e chiese. Il punto è di esecuzione piuttosto semplice: si tratta di un tipo di ricamo contato in cui i punti vengono applicati, sempre verticalmente, uno accanto all’altro e permette di realizzare prevalentemente motivi geometrici. In Italia non mi risulta sia attestata la produzione di questo tipo di ricamo o il ritrovamento di qualche reperto, ma non era insolito che piccoli oggetti preziosi venissero importati anche da lontano (come le “burse franzische”, borsette francesi, spesso menzionate negli inventari).
Lo schema che ho utilizzato è questo : è stato ricavato da una tappezzeria prodotta probabilmente in Sassonia intorno al 1400. Le dimensioni della mia borsina sono 9 x 11cm circa + 3 cm di nappine e rispecchiano quelle piuttosto ridotte di diversi reperti.
L'inizio del ricamo. / The beginning of the embroidery. 
Materiali utilizzati
- Supporto per il lavoro: telaio quadrato di legno. Qui in un mio vecchio post e qui su Historisk Garderob potete trovare qualche attestazione di telai.
- Lino per il ricamo contato, con 11-12 fili per centimetro, 2 pezzi di circa 15x15 cm.
- Lino azzurro pallido per la fodera: 2 pezzi di circa10x13 cm.
- Seta a filamento proveniente da Devere Yarns, 1200 denier (60 fili) per il ricamo e per la copertura decorativa delle cuciture. I colori sono: Midnight (40) per il blu, Beeswax (55) per il giallo e Glace (67) per il rosso. Nel mio caso, sono serviti 2 rocchetti da 25m del colore principale (il blu) per completare la borsa, mentre per gli altri colori è stato sufficiente 1 solo rocchetto. 
Due parole sulla scelta dei materiali. Non esitate a scegliere la seta per i vostri ricami: su Medieval Silkwork Isis Sturtewagen spiega perché la seta “a filamento”, non ritorta, è il materiale giusto per questo tipo di riproduzione. Il costo dei filati di Devere Yarns non è così alto da spingere a optare per dei ripieghi: 25 metri costano meno di 2,50 euro, i colori sono tantissimi e trovarne di compatibili con i colori documentabili nel medioevo non è difficile. Non avete scuse: il segreto è trovare un’amica rievocatrice che voglia di fare un ordine e dividere con voi le spese di spedizione, e fidatevi, non farete fatica a trovarla!
- Filo di lino blu 33/2 per cucire la fodera
- Filo di seta giallo molto fine per la copertura decorativa delle cuciture. 
- Filo da asole di seta 24/3 giallo per intrecciare i cordini e per le nappe gialle
- Filo di seta blu 70/3 per le nappine
- Tempo: ho calcolato approssimativamente che per l’intero lavoro ho impiegato almeno 45 ore.
A questo punto della seconda metà della borsa ho finito il
primo rocchetto. / At this point of the second piece of the bag
I finished the first 25m of blue silk. 
Procedimento
Dopo aver scelto le dimensioni della borsa, ho tagliato i due pezzi di lino per il ricamo contato e ho messo il primo sul telaio. Ho iniziato il ricamo facendo una piccola prova con tutti i colori, poi ho continuato procedendo sulle linee orizzontali del disegno, cercando di utilizzare fili abbastanza lunghi (la lunghezza di un braccio) per rendere il lavoro più resistente. Una volta ultimati i ricami, ho foderato ogni metà singolarmente con il lino azzurro e le ho poi attaccate con una cucitura “a vista”, che ho poi ricoperto con questa tecnica  in cui si utilizzano due fili della stessa tipologia di seta usata per il ricamo (io ho scelto rosso e giallo) e si fanno passare uno dentro l’altro, fissandoli con un terzo filo generalmente più sottile. Questo tipo di finitura è presente anche in alcuni reperti (ad esempio questo): ho eseguito la copertura decorativa sia sulle cuciture laterali che sui bordi inferiori e superiori della borsa. Ho realizzato i laccetti per chiudere la borsa e quello per appenderla alla cintura con un intreccio a due fili e, per concludere, ho realizzato le nappine (qui  potete trovare le istruzioni). 
Siti Utili
MedievalSilkworksito fondamentale, utili in questo caso gli articoli sotto le etichette “pouches” e “embroidery”
* Wymarc.com: potete leggere qui  un articolo sul contesto storico in cui si sviluppa il brick stitch e qui potete trovare qui alcuni schemi per il ricamo e l’analisi dettagliata di alcuni reperti (mi risulta sia l’unico sito ad avere anche schemi sulla struttura complessiva delle borsine.)
* Medieval Crafts: potete trovare sotto l’etichetta “brick stitch numerosi schemi, ricavati non solo dalle borsine esistenti ma anche da alcuni pezzi più grandi, e le immagini di diversi originali e riproduzioni.
* Alcune immagini ravvicinate di reperti qui.
*  La Cotte Simple: articolo sulle borsine “aumoniere con una panoramica generale sulle diverse tipologie esistenti.
Nappine: non hanno un'aria felice? / Tassels: don't they look happy?
***
Back to brick stitch, and this time for real.
Brick stitch is a German embroidery technique that reached also other territories, like Belgium, Switzerland and maybe also SpainIt was used between 14th and 15th century to decorate purses, relic purses and bigger textiles, like hangings used in convents and churches. The stitch is quite simple in its execution: it’s a counted work where stitches lye vertically one close to the other, to realize geometrical figures. I’m not aware of any finding documenting tge production or the import of this kind of embroidery in Italy, but what I can say is that it wasn’t unusual that small, precious items were imported from far countries (like the “French purses” often mentioned in Italian inventories).

The pattern I used is this one: it comes from a hanging probably made in Saxony around the year 1400. The purse is 9x11cm plus 3cm of tassels: its small dimension reflects the size of some findings.
My materials
- As a working tool: a wooden frame. Here  on my previous post and here on Historisk Garderob you can find some more information about medieval frames.
- Evenweave linen for counted embroidery, with 11-12 threads/cm, 2 pieces of 15x15cm.

- Pale light blue linen for the lining: 2 pieces of 10x13cm.
- Filament silk from Devere Yarns, 1200 denier (60 threads) for the embroidery and for the decorative braided seams. The colours I chose are: Midnight (40) for the blue, Beeswax (55) for the yellow and Glace (67) for the red. For my purse I needed more than 25m of the main colour (blue), while 1 bobbin of 25m of lenght was enough for the other colors. 
A couple of words about the materials. Don’t hesitate to choose silk for your embroideries: here on Medieval Silkwork Isis explains why filament silk is the right choice for this kind of reproductions. Devere Yarn’s threads are actually affordable: 25 meters cost less than 2,50 euros, there’s a lot of beautiful colors that can be searched to find the ones more appropriate for the Middle Ages. You have no excuses: the trick is to find a re-enactor friend who wants to place and order with you and share with you the shipping costs, and trust me, you’ll easily find one!
- Blue linen thread 33/2 to sew the lining 
- Thin silk thread for the decorative braided seams
- Yellow buttonhole thread 24/3 to make the strings and for the yellow tassels
- Blue silk thread 70/3 for the tassels
- Time: it took me approx. at least 45 hours to complete the work.
Finitura decorativa sull'apertura. / Decorative braided seam on the opening.
Process
First I decided the approximate dimensions of the purse, I cut the 2 pieces of linen for the counted embroidery and put the first in the frame. I started the embroidery making a small attempt with all the colors I chose, then I continued working on the horizontal lines of the pattern, trying to use quite long threads (a arm’s lenght) to make the work more resistant.

After I finished both pieces, I lined every piece individually with the light blue linen and then I sew the 2 halves with a visible seam. I covered it with this technique: 2 threads of silk (of the same kind you use for the embroidery) are braided one into the other and are sewn to the bag with a thinner thread. This kind of finishing technique is seen also on some findings (like this one): I made the decorative braid on the side seams and on the lower and upper sides of the bag. I made the strings to close the purse and to hang it to the belt with a 2-threads braiding technique and, finally, I cut the tassels and attached them (you can see how to do it here )
Useful websites
Medieval Silkwork:  this is a fundamental website, the most useful articles about purses are under the tags “pouches” and “embroidery”.
*Wymarc.com: you can find here an article about the historical context of brick stitch and here  many embroidery patterns and the detailed analysis of some findings (this is the only place where you will find the details about the construction of the extant pouches, as far as I know)
* Medieval Crafts: under the tag “brick stitch you’ll find many patterns from both extant purses and hangings, together with some pictures of the original findings and reproductions.
Here some detailed close-ups of extant pieces
* La Cotte Simple: article about the “aumoniere” pouches with a general introduction about the different extant shapes.


giovedì 16 ottobre 2014

Campfire chats - Nini


Con la terza intervista, torniamo in Italia ma ci spostiamo nel tempo: infatti parleremo anche di rievocazione longobarda, forse non ancora molto diffusa in Italia ma sicuramente fondamentale per far conoscere la storia di questo popolo forse poco noto al grande pubblico.

With our third interview, we come back to Italy but we move back in time: we're going to talk also of Lombard re-enactment, maybe not yet very common in Italy but surely important to spread the history of this population, often not very-well known by the public.


Ho conosciuto Nini parlando su Facebook di tintura con le piante, ma "galeotto fu lo shopping":ci siamo conosciute meglio, parlando di rievocazione a tutto tondo, quando abbiamo deciso di fare insieme un ordine di fili di seta da ricamo. Anche se siamo distanti nello spazio (e un po' anche nel tempo, in termini di rievocazione), spesso condividiamo gli stessi pensieri, quindi sono molto felice di avere Nini accanto al mio focolare. 

I met Nini talking on Facebook about plant dyeing, but in the end we became friends thanks to some shopping: we had the opportunity to know each other best, talking about many aspects of re-enactment, when we decided to make an order of silk embroidery threads together. Even if we are distant in space (and in time, speaking about re-enactment), we often share the same thoughts, so I'm very happy to have Nini at my campfire. [English follows]

1. Di che periodo/i ti occupi e di che gruppo/i fai parte?
Investo la maggior parte delle mie energie in un'associazione che rievoca la prima generazione longobarda immigrata in Italia e stabilitasi a Cividale nel 568 dC, ma sono anche tra i fondatori dei un progetto che mira a ricostruire le arti ed i mestieri del Friuli patriarcale attorno all’anno 1350.


2. Da quanto tempo fai rievocazione storica e come è nata questa passione? 
Ho iniziato nel 2003, entrando in un’associazione di scherma storica nella quale sono rimasta un paio d’anni senza tuttavia trovare una collocazione soddisfacente. Ho avuto contatti con diversi gruppi ma ho faticato a trovare persone che condividessero il mio amore per la ricostruzione storica e condividessero la mia mentalità finchè, nel 2010, ho conosciuto la Fara (qui il link alla loro pagina Facebook e qui invece il link alla pagina dell'evento da loro organizzato, Anno Domini 568)

3. Di che attività di occupi principalmente in rievocazione e quali sono i tuoi maggiori interessi? 
In associazione mi occupo della ricerca storica e della didattica riguardo alle fasi della produzione tessile quali filatura, tintura e tessitura, nonchè della realizzazione pratica delle ricostruzioni dell’abbigliamento. Cerco di portare avanti le prime tre entro canoni di archeologia sperimentale e di living history mentre perfeziono la tecnica sartoriale presso una scuola per sarti professionisti nella mia città. In accampamento mi occupo della didattica relativa alle arti muliebri cercando di appassionare ad esse un pubblico che (lo sappiamo) normalmente si sente più attratto dagli aspetti bellici della rievocazione, cercando soprattutto di eradicare la convinzione diffusa che il medioevo (sia esso alto o basso) fosse un periodo di oblio delle tecniche e dell’arte per sostituirla con una comprensione seppure minima della grande abilità e raffinatezza di pensiero che alcuni reperti sono ancora in grado di veicolare. In campo mi occupo anche di cucinare, per quanto mi senta in dovere di specificare che i ragazzi mi sono di grande aiuto (e che non morirebbero di fame in mia assenza), e di gestire la dispensa combinando accuratezza storica e praticità culinaria.


4. Che ne pensi della situazione della rievocazione nel tuo Paese?

Credo che in Italia la situazione sia molto complessa. Da un lato ci sono realtà decennali ancora aggrappate ad un atteggiamento da Pro loco (e che spesso lo sono) che continuano a proporre grandi feste animate che di medioevale hanno solo il nome e che sono caratterizzate da un vago sapore fiabesco privo di una concreta base storica e che, per quanto le rispetti per lo sforzo che compiono nel valorizzare il proprio paese o la propria città, hanno un’immagine che resta fortemente impressa alle autorità che non sono poi in grado di distinguere un figurante da un rievocatore.

Dall’altro stanno invece concretizzandosi ed ottenendo una meritata fama numerosi buoni gruppi di rievocatori esperti focalizzati su una ricostruzione di qualità e che sono consci della responsabilità che il rievocatore ha (volente o nolente) nei confronti delle persone con cui si interfaccia e che, anche solo passivamente, terminano la visita al campo con qualche nozione in più. 


5. Pensi che le rievocatrici abbiano un ruolo significativo in questo ambiente?
Penso che stiano gradualmente e finalmente ritagliandosi un ruolo di grande dignità dopo anni di rievocazione incentrata sulle attività belliche e di conseguenza spesso un po’ machista. Con la fondazione e la crescita di nuovi gruppi incentrati sulla living history e sulla ricostruzione si sono creati degli spazi in cui menti femminili possono finalmente esprimere le proprie capacità ed inclinazioni per il beneficio del proprio gruppo e dell’ambiente generale. Per mia esperienza le donne sono molto spesso più inclini al dialogo ed al confronto e la rete che si sta creando tra le rievocatrici (grazie anche ad iniziative come questa o come il manuscript challenge, che mette in comunicazione le persone in tutta Europa) sarà probabilmente la chiave di un’ulteriore e diffusa crescita qualitativa.

6. Quali sono i tuoi progetti futuri?
A livello personale vorrei consolidare le tecniche di produzione tessile, iniziando un più serio percorso di analisi e riproduzione dei (pochi) reperti tessili cividalesi relativi sia agli scavi ed alle ricerche più recenti, sia a quelli più noti, in broccato d'oro. Come Fara, invece, ci proponiamo di stringere ulteriormente i rapporti con i gruppi esteri con cui ci sentiamo in sintonia e dai quali stiamo imparando molto, continuando a portare in Italia il loro modo di rievocare e ricostruire, contemporaneamente mantenendo salda la rete già creatasi tra i rievocatori altomedioevali italiani con cui collaboriamo.

Su un piano più strettamente pratico prevediamo di affiancare le collaborazioni già consolidate negli anni a nuovi progetti che stiamo attualmente definendo con il direttore del Museo Archeologico Nazionale di Cividale, il dott. Fabio Pagano e col professor Marco Valenti dell'università di Siena, e che divulgheremo appena possibile.

Tra due settimane, non perdetevi l'intervista con Maria Neijman!

***
1. Which period(s) do you work on and what group(s) do you belong to? 
I spend most of my energies in an association that re-enacts the first Lombard generation who immigrated in Italy and settled in Cividale in 569 A.D., but I’m also a founding member of a project that aims to reconstruct the arts and crafts of Friuli around the year 1350.


2. How long have you been re-enacting and how did this passion started?
I started in 2003, when I entered a medieval fencing association in which I stayed for a couple of years, however without finding a satisfactory arrangement. I had contacts with different groups but it was difficult to find people who shared my love for historical reconstruction and who shared my attitude, until I met La Fara, in 2010 (here's the Facebook page of the group and here the Facebook page of the event they organize, Anno Domini 568)


3. What kind of activity do you attend most in re-enactment and what are your major interests?
In  my association I focus on the historical research, on the educational activities about textiles, like spinning, dyeing and weaving, and on the actual reconstruction of garments. I try to work on spinning, dyeing and weaving within experimental archaeology and living history standards, while I’m improving my tailoring skills in a professional school for modern tailors in my town. During the events I lead educational activities about female crafts: I try to make them interesting for an audience who – we know – usually feels more attracted by the military aspects of re-enactment. My goal is to eradicate the common belief that Middle Ages (early or late) were a period when arts and crafts were forgotten: I hope to help people gain, at least a little bit, the understanding of the great ability and refinement of thought that some findings can still prove. 

In the camp I usually take care of the cooking too, but I have to say that other male group members help me a lot (and they won’t die starving in my absence) and I manage the pantry combining historical accuracy and convenience. 


4. What do you think about the re-enacting situation in your country?
I think the situation in Italy is very complex. On one side there are long-living organizations still sharing the frame of mind of those local associations who promote tourism rather than culture and continue to set up big festivals that only have medieval names but feature a fairy-tale taste without any real historical support. I respect them because of the effort they put in increasing the value of their town, but their festivals give the local authorities a vivid image that confuses them, since they’re unable to distinguish a real re-enactor from a person who only dresses-up in “medieval clothes” once a year. On the other side many good re-enacting groups are gaining good repute: they’re focused on a high-level reconstruction and aware of the responsibilities a re-enactors have, willing or not, towards the people they meet, who always learn a few more information after their visit at the camp, even if only passively.

5. Do you think female re-enactors have a significant role?
I think they are gradually and finally achieving a role of great dignity, after many years of re-enactment focused on military activities and therefore often carachterized by a masculinist frame of mind. With the foundation and the growth of new groups focused on living history and reconstruction, women can finally express in new spaces their abilities and aptitudes, for the good of their group and the whole environment. According to my experience, women are often disposed to the dialogue and the discussion: the network that is now developing amongst female re-enactors (thanks to ideas like this or the Manuscript Challenge, that links people from all Europe) will probably be the key to a further and widespread growth.

6. What are your plans for the future?
Personally, I would like to improve the textile crafts, starting a more accurate analisys and reproduction of the (few) textiles findings from Cividale, both the ones from more recent excavations and researches and the most renown, in golden brocade. With the group “La Fara”, our aim is to tighten up our relationship with the foreign groups: we feel in syntony with them and we’re learning a lot from them, so we wish to keep spreading to Italy their attitude towards re-enactment. At the same time, we want to keep firm the network that already exists amongst Italian re-enactors of the early middle-ages with whom we co-operate. 

We are also planning to add to the well strengthened partnerships new projects we’re currently working on with the director of the National Archaeological Museum of Cividale, dott. Fabio Pagano, and with Prof. Marco Valenti from the University of Siena: we’ll spread them as soon as possible.


In two weeks, don't miss the new interview with Maria Neijman!

giovedì 2 ottobre 2014

Campfire chats - Mervi Pasanen



Siamo dunque arrivate alla seconda intervista, e questa volta ci spostiamo molto lontano dall'Italia... se le nostre interviste vi piacciono, condividetele e fatele girare!

It's time for the second interview now, and we're moving very far from Italy... if you like our interviews, please share!



Ho seguito per molto tempo il blog Mervi, osservando in dettaglio i vestiti meravigliosi, le tinture e le cinture tessute a tavolette, ma ho avuto il piacere di incontrarla di persona a Battle of Wisby 2013 (dove sono stata sua allieva di nailbinding-probabilmente la peggiore allieva della storia!): non siamo solo diventate amiche, ma "madre e figlia", dal momento che Mervi impersonava mia madre mentre rappresentavamo i civili del Gotland in fuga all'arrivo dei Danesi sull'isola. Sono davvero felice che si sia seduta anche lei accanto al fuoco a chiacchierare con noi!

I've been following Mervi's blog for a long time, looking at the wonderful garments she makes, plant-dyeings, tablet woven bands... and I finally met her at Battle of Wisby 2013 (where I was her nail-binding student, probably the worst student on earth!). We not only became friends, but "mother and daughter", since Mervi embodied my mother when we were representing Gotland's population escaping from the Danes. I'm really happy she sat by the campfire too to chat with us!  [English follows]


1.Di che periodo/i ti occupi e di che gruppo/i fai parte?
Il mio periodo principale è il XIV secolo, ma mi occupo anche dell’età del ferro in Finlandia ( il periodo che va dal 900 al 1200). Sono fondatrice del gruppo “Merry Swan”, membro di Medium Aevum Hollolense e del gruppo Suomen Keskiaikaseura che fa parte dello SCA (Society fo Creative Anacronism).

2. Da quanto tempo fai rievocazione storica e come è nata questa passione?
Faccio questa attività da 10 anni. Tutto è iniziato alla “Medieval Week” di Visby, sull’Isola del Gotland, in Svezia. Potete leggere tutta la mia storia qui: My First Ten years

3. Di che attività di occupi principalmente in rievocazione e quali sono i tuoi maggiori interessi?
Mi piace cucinare, ho pubblicato un libro di cucina medievale con i miei amici, inizialmente in finlandese e poi in inglese: si chiama Saffron, Eggs and Almond Milk. Mi dedico alle attività artigianali, e il “Merry Swan” è principalmente un negozio di sarti: ai mercati medievali abbiamo una piccola bancarella, ma principalmente organizziamo dei laboratori. Cerchiamo di diffondere informazioni a proposito dell’abbigliamento medievale al pubblico.

4. Che ne pensi della situazione della rievocazione nel tuo Paese?
Penso che stia migliorando: anche se la Finlandia oggi è piena di mercati medievali che non hanno niente a che vedere con il Medioevo, ci sono sempre più persone che sono interessate alla living history, che vogliono fare ricerca su questi argomenti e apprezzano le ricostuzioni corrette. Quest’anno abbiamo organizzato un accampamento militare, piccolo ma carino, al mercato di Hollola ed è stato un grande successo: molte persone hanno detto che è questo il tipo di attività che vogliono fare maggiormente.

Mervi che fila. / Spinning!
5. Pensi che le rievocatrici abbiano un ruolo significativo in questo ambiente?
Sì, penso che le donne siano davvero significative e abbiano un ruolo importante nel mondo della rievocazione. Cuciniamo, cuciamo, rammendiamo, montiamo il campo (almeno noi donne finlandesi), lavoriamo tanto. Sì, lo so che ci sono persone che pensano che l’artigianato non abbia niente a che fare con gli accampamenti militari, o che le donne siano utili solo quando è il momento di mangiare o cose del genere. Ma sinceramente, le donne che si dedicano all’artigianato sono il sale di questo hobby: usano le loro abilità, il loro entusiasmo e la loro energia per migliorarlo. Le donne fanno tantissima ricerca, che va oltre l’accumulare stoffa. Personalmente, non posso immaginare tutto questo senza noi donne.

6. Quali sono i tuoi progetti futuri?
I miei piani.... organizzare fantastiche attività legate al XIV secolo qui in Finlandia. Incontrare vecchi amici e nuove persone agli eventi all’estero: siamo lontani quindi dobbiamo viaggiare, ma non mi dispiace farlo. Speriamo di partecipare alla festa a Morimondo nel 2015, di andare a Ronnenburg, magari andare ad Azincourt se tutto va bene. Ho in programma di scrivere la seconda parte del libro di tessitura a tavolette finlandese, la prima parte è stata pubblicata nel 2013. Sto anche progettando di dedicarmi ad altre attività artigianali, tessere stoffe e naturalmente sostenere un’idea brillante come la Manuscript Challenge!

Con la prossima intervista, torniamo in Italia con Nini: non mancate!

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1. Which period(s) do you work on and what group(s) do you belong to?
My main period is 14th century, but I also do finnish iron age (years 900-1200) I am founding member of Merry Swan, member of Medium Aevum Hollolense and also Suomen Keskiaikaseura, which works under SCA.

Mervi e suo marito Riku. /
Mervi and her husband Riku
2. How long have you been re-enacting and how did this passion started?

I have been doing this for 10 years now. It all started from Visby Medieval Week in Gotland Sweden. You can read all about it here: My First Ten years

3. What kind of activity do you attend most in re-enactment and what are your major interests?
I like cooking, I have published a cook book about medieval food with my friends, in finnish first and also in English, it is called Saffron, Eggs and Almond Milk. I do crafts, and Merry Swan is specially a tailor shop. At medieval markets we have small shop but mostly we do workshops too. We try to spread information about medieval clothing to public.

4. What do you think about the re-enacting situation in your country?
I think it is getting better: also Finland is nowadays full of medieval markets which does not have anything to do with medieval times. But there is more and more people who are interested in living history and who want to research the subject and value authentic things. We had a nice small war camp in Hollola market this year and it was a huge success: many people said that this is what they want to do more.
Mervi e Riku con abiti dell'età del ferro. /
Mervi and Riku with Iron Age clothing.

5. Do you think female re-enactors have a significant role? 
Yes I do think that women are very significant and have important role in re-enacting. We cook, we sew, we mend, we build (at least we finnish women), we work hard. Yes, I know that there are people who think that crafts don´t belong in war camps, or that women are only useful when it is time to eat and so on. But honestly; women who do crafts are the salt of this hobby: they use their skills, their enthusiasm and energy to make it better. They do a lot of research also outside fabric stash. I personally can not imagine this without us women.


6. What are your plans for the future?
My plans… to arrange awesome 14th century activities here in Finland. To meet old friends and new people in events abroad: we are far so we need to travel but I don’t mind doing so. We hope to take part to Morimondo 2015, to go to Ronneburg… maybe to Acincourt if all thing go well. I´m planning to write a Finnish Tablet weaving book part 2, part one was published 2013. I´m also planning to do more crafts; weaving fabrics and of course supporting such a brilliant idea as Manuscript Challenge!

With next interview we're back in Italy with Nini: don't miss it!